Il client blocca le immagini delle vostre email? Usate poche immagini e più testo!
Ricordate quando, lo scorso Dicembre, Gmail ha deciso che tutte le immagini contenute nelle email sarebbero state visualizzate in modo automatico?
Questa notizia ha gettato letteralmente nel panico tutti coloro (noi compresi) che si occupano di email e deliverability.
Alla base di quella scelta c’era l’idea di “proteggerti da sender sconosciuti che potrebbero utilizzare le immagini per compromettere la sicurezza di un computer o di un dispositivo mobile”.
Tutto vero e se volete saperne qualcosa in più sui malware nascosti all’interno delle immagini, potete leggere, ad esempio, questo articolo oppure quest’altro.
Pertanto, Big G ha ideato un super proxy in grado di scaricare preventivamente tutte le immagini contenute nelle email e di metterle in una cache evitando agli utenti quel fastidioso (ma certamente più sicuro) sistema di bloccare la loro visualizzazione se non richiedendone esplicitamente il download.
Esattamente come accade con Outlook per Windows (“Fare clic qui per scaricare le immagini. Per motivi di privay il download automatico di alcune immagini del messaggio non è stato eseguito“) e in molti altri client di posta elettronica.
Le ripercussioni sull’email marketing
La questione per il mondo dell’email marketing non è di poco conto dato che a finire nella cache di Gmail è stato anche il famoso pixel trasparente utilizzato da tutte le piattaforme professionali di invio email (compreso Mailforce) per tracciare l’apertura delle email.
In pratica, una volta messo in cache anche il pixel di tracking, i software non sarebbero stati più in grado di tracciare le aperture (successive alla prima) e soprattutto registrarne l’origine geografica.
In quest’ultimo caso, infatti, i sistemi di tracking rilevano come IP di provenienza uno di quelli in dotazione a Google, ovvero Mountain View, in California.
Come si dice, però… il bisogno aguzza l’ingegno e così entro qualche settimana gli smanettoni di tutto il mondo, dopo aver studiato il caso, hanno scovato il modo per by-passare i proxy e la cache di Gmail, rendendo nuovamente possibile il tracciamento delle aperture.
Nulla da fare, tuttavia, per la geo-localizzazione: gli IP che scaricano le immagini sono sempre quelli di Google e non quelli degli utenti.
Problema risolto solo parzialmente
Anche se adesso il tracking su Gmail è stato risolto (e Mailforce non ha ostacoli su questo fronte), il problema del blocco delle immagini resta.
Sono ancora molti i client che non scaricano automaticamente le immagini e quindi, anche se il destinatario di un’email effettivamente l’ha letta (una, due, dieci volte) il sistema di tracking non sarà in grado di rilevarlo.
Da qui scaturisce la necessità – ma anche il nostro consiglio – di realizzare sempre email che facciano passare il loro messaggio comunicativo anche in assenza di immagini.
In altri termini, pure se l’utente non scarica le immagini – e, quindi, con esse il pixel di tracking-, bisogna cercare di stimolare il lettore a compiere un’azione come, ad esempio, cliccare su uno dei link presenti nell’email.
Il click su un link, diversamente delle aperture, è un evento che può essere sempre tracciato dalle piattaforme di email marketing, senza alcun ostacolo, anche in mancanza del famoso pixel di tracking.
Evitate di utilizzare molte immagini nelle email
Ecco, allora, che la tendenza attuale è quella di evitare di realizzare email usando soltanto immagini e di sfruttare, dove possibile, la capacità dei client di posta di stilizzare i messaggi contenuti nel parametro ALT del tag IMG.
Volete vedere come può apparire un’email fatta di sole immagini? Eccola:
Clicchereste mai su di essa? La risposta è davvero facile e preferiamo… non suggerirvela!
Adesso guardate quest’altra:
Anche se priva di immagini, l’email contiene colori e testo sufficiente per attirare l’attenzione e far capire al lettore di cosa si sta parlando.
Se poi la comunicazione è il vostro forte, non solo riuscirete ad invitarlo all’azione ma potrete persino stimolarne la curiosità facendogli scaricare le immagini.
E se vi riesce, usate pure degli sfondi colorati: renderanno più simpatica la vostra email anche in assenza di immagini!
Occhio però a non inserire i vostri messaggi più importanti come testo all’interno delle immagini: rischierebbero di non… passare al vostro lettore!
Meglio usare una giusta miscela di testo e immagini!
Altra buona abitudine che vi suggeriamo di adottare è quella di aggiungere sempre un testo alternativo alle immagini attraverso il parametro ALT
.
Così facendo, se l’utente non dovesse/volesse scaricarle, i client di posta saranno in grado di visualizzare il testo alternativo al posto dell’immagine stessa e lo proporranno con lo stile da voi desiderato.
Abbiamo fatto un esempio semplicissimo: ecco come Gmail (e molti altri client) visualizzano un’email con e senza immagini bloccate.
Nel primo caso “entra in funzione” il testo ALT opportunamente stilizzato, mentre nell’altro si è richiesto il download delle due immagini presenti nell’email.
Questi piccoli consigli rientrano in quello che viene molto spesso definitivo “design difensivo” delle email.
E sono ancor più importanti se si tiene conto che alcune ricerche dicono chiaramente che la percentuale di utenti che leggono email senza scaricare immagini è inaspettatamente alta (su Gmail, ad esempio, sembrerebbe superare il 40%).
Si tratta di un audience molto importante difficilmente tracciabile, ma di cui tener conto quanto progettate le vostre email.